Le informazioni frammentarie sul web
Vi siete sempre chiesti come si fa a diventare insegnanti ma non ci avete mai capito nulla? Ci sono tanti articoli che parlano di concorsi, abilitazioni ma non danno un quadro chiaro di quale sia il percorso che porterà a realizzare le vostre aspirazioni.
Insegnante: I vantaggi della professione
L’aspirazione a diventare insegnante va di pari passo con la passione che certamente si deve avere per questo mestiere ma, non dimentichiamo, che ci sono degli innegabili vantaggi. Infatti, il lavoro dell’insegnante rientra in una categoria particolare perché è uno dei pochi posti pubblici in cui il numero massimo di ore settimanali è 24 per la scuola primaria è addirittura 18 per la secondaria.
Per tale motivo è un posto ambito, nonostante la retribuzione non faccia certo arricchire, consente di avere tempo libero da dedicare ai propri hobby, la famiglia, i figli. È, spesso, scelto da mamme o da professionisti che desiderano avere la sicurezza di un posto pubblico e uno stipendio fisso.
Basti immaginare, ad esempio, quanti avvocati o ingegneri siano in servizio in regime di part-time, per 9 ore settimanali (scuola secondaria), affinché possano avere il tempo di svolgere la propria professione privata mettendosi al riparo da tempi o situazioni, come quella del covid, in cui la clientela scarseggiava.
Inoltre, è l’unico lavoro pubblico che in estate garantisce quasi 2 mesi di ferie ininterrotte. Infatti, al peggio, se si è impegnati in esami, da metà Luglio iniziano le ferie. Se, invece, non si è impegnati in esami o in altre commissioni, a Giugno, dopo la fine delle lezioni si è liberi.
In ultimo, come non ricordare i lunghi ponti per Natale, Pasqua, feste patronali e 2 giorni settimanali a casa, domenica e il giorno libero.
Come si diventa insegnanti
Dunque, come si diventa insegnanti?
I requisiti per insegnare nella secondaria di I e II grado
ITP – Insegnante tecnico pratico
Tipi di Concorso: ordinario e straordinario
24 CFU sostituiti da percorso di 60 CFU
I requisiti per insegnare nella scuola dell’infanzia e primaria
I requisiti per insegnare nella scuola secondaria di I e II grado
Andiamo con ordine. Innanzitutto, i titoli da conseguire:
- Laurea a ciclo unico (come quella in medicina)
oppure si devono possedere:
- Laurea di I livello
- Laurea di II livello specialistica o magistrale (la differenza tra le 2 consiste nel fatto che la specialistica è stata istituita con riforma del 1999, quella magistrale, la più recente, con riforma del 2004).
Appena conseguita la laurea magistrale o a ciclo unico si possiedono i requisiti per iniziare a proporsi come supplente per l’insegnamento della disciplina in cui si è laureati o discipline affini, a condizione che si possiedano tutti i crediti formativi universitari (CFU) previsti dal Ministero per l’insegnamento della stessa. Ad esempio, se si è laureati in ingegneria informatica e si volesse insegnare matematica (magari in una scuola in cui non è prevista la materia informatica), occorre procurarsi i CFU necessari da integrare a quelli conseguiti con la propria laurea. Per fare ciò, bisogna iscriversi nuovamente all’università, stavolta pagando solo i singoli CFU desiderati.
Sul sito del Ministero dell’Istruzione e del Merito trovate tutti i titoli di accesso e i CFU richiesti per l’insegnamento di ciascuna disciplina, per scuola dell’infanzia e primaria, scuola secondaria di I e II grado e personale educativo. Di seguito il link in cui troverete le corrispondenze con la vostra materia:
https://www.miur.gov.it/titoli-di-accesso
In particolare per la scuola secondaria di I e II grado si fa riferimento al DPR 19/2016 e al DM 259/2017.
Inizio con le supplenze
Chiarito quale materia andremo ad insegnare, per iniziare a fare supplenza ci sono 2 possibili strade:
- MAD (Messa a disposizione)
- GPS (Graduatoria provinciale supplenza di II fascia)
- Graduatorie d’istituto
MAD
La messa a disposizione, MAD, è una domanda in carta semplice che si presenta a qualsiasi scuola in cui ci si vuole candidare spontaneamente. Una volta occorreva recarsi fisicamente negli uffici di segreteria o spedire una raccomandata. Oggi basta inviare un’email o una PEC, dalla propria casella nominativa a quella istituzionale della scuola. Per conoscere l’indirizzo email o la PEC basta cercare sul sito della scuola, in genere il dominio è “.edu.it” (per legge tutte ne devono avere uno).
GPS
Le graduatorie provinciali supplenze (GPS), sono degli elenchi, ormai gestiti totalmente in maniera telematica, in cui sono presenti tutti i candidati alle supplenze per una determinata provincia, scaglionati per classe di concorso (la materia che vogliamo insegnare è identificata da un codice, es. A040 elettronica, A041 informatica, ecc.). Ogni 2 anni, infatti, si apre la procedura per un nuovo inserimento o per aggiornare la graduatoria con i nuovi punteggi acquisiti per servizio o per conseguimento titoli, certificazioni, ecc. Tale procedura è completamente informatizzata, basta collegarsi al portale istituzionale POLIS IstanzeOnLine ed entrare tramite SPID (l’identità digitale).
Le GPS si distinguono in I fascia (che comprende tutti gli abilitati all’insegnamento nella propria classe di concorso) e II fascia (che comprende tutti i non abilitati, sia i neolaureati, sia chi ha già prestato servizio e quindi, ha un punteggio dovuto, sia ai titoli, sia agli anni di supplenza).
Ovviamente, essendo una graduatoria per titoli e servizio prestato, vi è più probabilità di ricevere incarichi annuali quanto più alto è il proprio punteggio. In questa graduatoria scattano anche le precedenze dovute alla legge 104/92, ovvero nel caso in cui si abbia un’invalidità o si assista qualcuno certificato come invalido. Come priorità di chiamata prima si seguono gli elenchi di I fascia e poi si scorrono quelli di II fascia.
Fino al 31 Ottobre 2022 il requisito per inserirsi nelle GPS prevedeva il conseguimento di 24 CFU in discipline psicopedagogiche e metodologie didattiche, nello specifico pedagogia, pedagogia speciale e didattica dell’inclusione; psicologia; antropologia; metodologie e tecnologie didattiche. Dunque, ci si doveva iscrivere in un Ateneo che vi permetteva di conseguire questo “pacchetto” di materie (praticamente tutti, addirittura le università telematiche permettevano di seguire i corsi online, comodamente da casa e poi sostenere solo gli esami in presenza, molto utile per chi lavora e non ha molto tempo a disposizione).
Con il DL 36/2022, trasformato nella Legge N.79/2022, i 24 CFU vengono sostituiti da un percorso di 60 CFU. Nei prossimi paragrafi analizziamo meglio la situazione attuale.
Graduatorie d’istituto
Il docente può presentare domanda per l’inserimento nelle graduatorie di istituto, contestualmente alla domanda di inclusione nelle GPS, indicando massimo 20 istituzioni scolastiche nella medesima provincia scelta per l’inserimento nella GPS.
Le GPS vengono utilizzate per supplenze annuali al 30 Giugno o al 31 Agosto; le graduatorie d’istituto per supplenze temporanee.
L’abilitazione all’insegnamento
L’abilitazione all’insegnamento consente di iscriversi nelle graduatorie GPS di I fascia e di accedere al concorso per il ruolo. Per conseguire l’abilitazione occorre superare un concorso specifico.
Rispondiamo subito alla domanda che vi state ponendo. Ma allora dobbiamo fare 2 concorsi? Uno per l’abilitazione e uno per il ruolo?
La risposta, purtroppo è SI. Però, non vi allarmate troppo, recentemente il Ministero ha indetto concorsi a cattedra abilitanti, ovvero con un unico concorso si consegue sia l’abilitazione, sia, se si rientra nei posti banditi, il ruolo (cioè si ottiene un contratto a tempo indeterminato con il Ministero della Pubblica Istruzione e del Merito). Chiaramente, occorre leggere bene il bando del concorso che andrete a sostenere perchè vengono spesso cambiate le regole.
Ad esempio, il concorso STEM 2021, indetto solo per le classi di concorso, Fisica (A020), Matematica (A026), Matematica e Fisica (A027), Matematica e Scienze (A028), Scienze e Tecnologie Informatiche (A041), è stato abilitante e a cattedra. Chi superava la prova scritta (computer-based, cioè a scelta multipla al PC) e la prova orale, entrambe con il punteggio minimo di 70/100 conseguiva l’abilitazione all’insegnamento nella propria classe di concorso; chi oltre a superare le prove, prendeva un punteggio tale da rientrare nei posti messi al bando (in quel caso 42) otteneva il ruolo e gli veniva assegnata una cattedra, secondo la disponibilità di posti e le preferenze scelte dal candidato. Anche qui, ci sono stati sviluppi successivi, perchè tutti i candidati che hanno superato le prove sono stati inseriti in una graduatoria di idonei che poi è andata scorrendo, grazie al contributo e alle pressioni dei sindacati. Infatti, praticamente da sempre, ogni concorso che hanno bandito ha sempre generato una graduatoria di idonei, quindi, siate positivi, anche voi ce la farete!!!
Il ruolo
Essere docente di ruolo significa avere una cattedra a tempo indeterminato e, a meno di una riduzione di iscritti, specie se avete poca anzianità di servizio nell’istituto in cui siete titolari, il vostro posto sarà sicuro.
Per ottenere il ruolo, l’unica possibilità è superare un concorso per il ruolo (concorso a cattedra) o, essere idonei in una graduatoria concorsuale a scorrimento (vedi esempio paragrafo precedente).
Di seguito vi rimandiamo all’articolo in cui abbiamo pubblicato i riassunti del Manuale Edises, sulle Avvertenze Generali, necessarie al superamento delle prove concorsuali, per tutte le classi di concorso:
ITP – Insegnante tecnico pratico
L’insegnante tecnico-pratico è un vero e proprio docente che affianca il docente titolare di cattedra comune nei laboratori. Questa figura, non va confusa con quella dell’assistente tecnico, personale ATA che si occupa di tenere in ordine le attrezzature ed i laboratori, controllare le risorse e i materiali di consumo ed effettuare la manutenzione, per lo meno ordinaria.
Come si diventa ITP?
Per diventare insegnante tecnico pratico, i requisiti sono quelli di possedere il diploma di tipo tecnico o professionale relativo alla disciplina richiesta. Ad esempio, se si è conseguito il diploma di perito informatico si potrà diventare ITP ed insegnare “Laboratori di scienze e tecnologie informatiche” (classe di concorso B016).
Fino ad ora, pertanto, basta possedere il diploma specifico ma la riforma Bianchi, convertita in Legge il 29 giugno 2022, ha stabilito che a partire dal gennaio 2025 anche i docenti ITP dovranno conseguire un titolo di studio superiore al diploma, ovvero una laurea triennale.
Anche per gli ITP vale lo stesso iter degli insegnanti di cattedra comune. Per iniziare a lavorare come supplenti basta inserirsi nelle GPS di II fascia e nelle graduatorie di istituto ma per ottenere il ruolo occorre superare un concorso a cattedra e classificarsi in posizione utile per rientrare nel limite dei posti messi al bando. Di caso in caso, chiaramente, può variare il bando; nel caso si formi una graduatoria di idonei, anche se in un primo momento non si rientrasse nel numero di posti previsto, si può essere chiamati nei 2 anni successivi. Infatti, l’art.35, comma 5ter del D.Lgs. 165/2001 (Testo unico sul pubblico impiego) indica che le graduatorie per il reclutamento del personale del pubblico impiego rimangono in vigore per 2 anni dalla loro approvazione.
Il sostegno
Abbiamo parlato dell’insegnamento della propria disciplina in cui si è laureati o delle discipline affini alla propria classe di concorso (a patto che si siano conseguiti tutti i crediti formativi necessari!). Questo tipo di insegnamento è detto: “cattedra comune“. Invece, la cattedra di sostegno riguarda tutti i docenti che scelgono il sostegno.
Di cosa si tratta?
In ogni classe, ormai, si trova uno o più alunni così detti “H“, cioè che sono stati certificati dall’ASP con una disabilità e per i quali si redige un PEI (piano educativo individualizzato). Per questi alunni, è previsto un insegnante di sostegno, per aiutare l’alunno nel successo formativo, e quindi, a raggiungere gli obiettivi minimi necessari a conseguire il diploma o, nel caso in cui si sia stabilita una didattica differenziata, nell’ottenere un attestato finale di credito formativo. Per gli alunni DSA, invece, che hanno disturbi dell’apprendimento, non è previsto l’insegnante di sostegno ma solo una didattica personalizzata, attraverso un PDP (piano didattico personalizzato).
Il docente di sostegno segue il suo alunno e non si deve occupare della didattica della classe, di cui è responsabile il docente di cattedra comune.
Consigliamo di leggere il riassunto del Manuale Edises sulle Avvertenze Generali per chiarirvi questi concetti, se siete alle prime armi:
Purtroppo, i casi di queste disabilità, sono sempre più diffusi per cui, i docenti di sostegno sono sempre più richiesti.
Come si diventa insegnanti di sostegno?
Per iniziare con le supplenze ci si può iscrivere nelle GPS di II fascia, quindi, senza essere abilitati o in alternativa dalle graduatorie di Istituto.
Per conseguire l’abilitazione e passare nelle GPS di I fascia, occorre frequentare il TFA sostegno (tirocinio formativo attivo). Si tratta di un vero e proprio concorso, a cui si accede mediante superamento di un test preselettivo, essendo l’iscrizione a numero chiuso. Una volta passata la preselezione, occorre frequentare un corso universitario per un totale di 60 CFU. Tale corso ha la frequenza obbligatoria, anche perchè, occorre frequentare dei laboratori e dei tirocini sul campo. Infine, un esame finale determinerà eventualmente il superamento del concorso.
Ottenuta l’abilitazione, ci si potrà iscrivere nelle GPS di I fascia e cominciare a lavorare con incarichi, anche annuali. Più si viene chiamati e più aumenterà il punteggio e la probabilità di essere richiamati, anche se, non si avrà mai la sicurezza perchè ogni anno ci sono gli spostamenti dei docenti di ruolo dovuti alle richieste di mobilità, assegnazioni in ruolo dovute ai docenti vincitori di concorso e docenti che si immettono in graduatoria con le preferenze della legge 104, che vi potranno scavalcare.
Perciò, l’unico modo per avere la sicurezza del posto, è vincere un concorso a cattedra per prendere il ruolo!! Anche qui, però ci sono buone notizie. Recentemente, il Ministero ha iniziato ad assumere insegnanti di sostegno da GPS I fascia, nella misura dei posti disponibili, per ridurre il numero dei docenti supplenti che troppo spesso si alternano numerosi durante l’anno e penalizzano gli studenti con disabilità. Quindi, occorre restare sempre aggiornati sulle modifiche che il governo del momento decide di attuare. Al Nord, strutturalmente, c’è più carenza di docenti e spesso ci si inserisce in GPS I fascia in una provincia del Settentrione per prendere il ruolo e poi, aspettando il decadere del vincolo triennale di permanenza nella sede di destinazione (valido anche per cattedra comune), presentare richiesta di mobilità.
Tipi di concorso: ordinario e straordinario
Spendiamo qualche parola sui tipi di concorso che hanno caratterizzato il mondo della scuola negli ultimi anni. Sono stati banditi 3 tipi di concorsi:
- Concorso ordinario
- Concorso STEM [indetto solo per le classi di concorso, Fisica (A020), Matematica (A026), Matematica e Fisica (A027), Matematica e Scienze (A028), Scienze e Tecnologie Informatiche (A041)]
- Concorso straordinario
Il concorso ordinario per il ruolo presenta i requisiti che abbiamo detto nei paragrafi precedenti, sostanzialmente laurea magistrale o a ciclo unico, 24 CFU o abilitazione.
Chi supera il concorso ordinario viene assunto già dal 1 anno a tempo indeterminato. La conferma in ruolo avviene però dopo la conferma del periodo di formazione e prova che si svolge contestualmente.
Il concorso STEM, previsto per le materie scientifiche di cui sopra, è stato assimilato ad un concorso ordinario. La peculiarità è stata quella di aver dato priorità nell’emissione del bando alle materie scientifiche di cui è più evidente la carenza di insegnanti. Le prove sono state un test computer-based e una prova orale. Il concorso è stato abilitante e per chi rientrava nei posti è stato concesso il ruolo.
Il concorso straordinario è riservato a coloro che:
- hanno almeno 36 mesi di servizio, anche non continuativi, negli ultimi 5 anni, su posto comune o di sostegno, nelle scuole statali. Almeno un anno deve essere di servizio specifico nella classe di concorso per cui si partecipa alla procedura;
- non siano iscritti nella I fascia delle GPS, per i posti comuni o di sostegno, o negli elenchi aggiuntivi rivolti a coloro che hanno conseguito il titolo di abilitazione o specializzazione entro il 31 luglio 2021
Per questa categoria di docenti è prevista una prova semplificata. La procedura concorsuale prevede la valutazione dei titoli e l’espletamento di una prova disciplinare. Sulla base dei titoli e dei punteggi ottenuti per la prova viene predisposta la graduatoria di merito regionale, in base alla quale saranno effettuate le assunzioni in ruolo.
Per gli assunti dal concorso straordinario l’assunzione avviene con contratto a tempo determinato per 1 anno, in cui si effettua l’anno di prova e in caso di superamento, dall’anno successivo si ottiene il contratto indeterminato.
24 CFU sostituiti da percorso di 60 CFU
Come abbiamo già accennato nei paragrafi precedenti, i 24 CFU nelle materie antropo-psico-pedagogiche e in metodologie e tecnologie didattiche, necessari per accedere alle graduatorie GPS e, ovviamente, per i concorsi scuola, vengono sostituiti dai 60 CFU previsti dalla riforma voluta dal Ministro dell’Istruzione Bianchi, da conseguire negli atenei universitari.
Tuttavia, sarà possibile utilizzarli fino al 31 Dicembre 2024, purché conseguiti entro il 31 Ottobre 2022, grazie al periodo di transizione previsto dalla legge n. 79 del 29 Giugno 2022 convertito in legge dal decreto n. 36 del 30 Aprile 2022, entrato in vigore lo scorso 30 Giugno.
I 60 CFU nelle discipline antropo-psico-pedagogiche e nelle metodologie e tecnologie didattiche e linguistiche rappresentano il nuovo percorso di formazione abilitante per docenti.
Potrà essere svolto durante l’università, in aggiunta ai crediti necessari per il conseguimento del proprio titolo oppure dopo la laurea. Fa parte di questo percorso un periodo di tirocinio nelle scuole (20 CFU) e una prova finale comprensiva di una lezione simulata.
La riforma Bianchi riguarda solo la scuola secondaria di I e II grado; nulla cambia per l’accesso alla scuola dell’infanzia e primaria.
L’accesso ai percorsi per l’ottenimento dei 60 CFU dovrebbe essere a numero chiuso; il Ministero ogni anno dovrebbe comunicare il fabbisogno di insegnanti e in base a ciò decidere il numero di posti disponibile.
Come sempre, i governi si susseguono e non c’è mai nulla di certo. Resteremo aggiornati e vi comunicheremo le novità non appena vi saranno ulteriori notizie!
I requisiti per insegnare nella scuola dell’infanzia e primaria
Ci sono stati dei casi particolari, in passato, che hanno consentito l’accesso all’abilitazione senza laurea, ad esempio, chi possedeva il Diploma Magistrale o Diploma di Liceo Socio-Psico-Pedagogico o Diploma sperimentale a indirizzo linguistico, conseguito entro l’anno scolastico 2001-2002 (DM 10 Marzo 1997) era già abilitato all’insegnamento.
Per insegnare oggi nella scuola dell’infanzia e primaria c’è un’unica strada. Laurearsi in Scienze della formazione primaria (titolo già abilitante all’insegnamento – art. 6, Legge 169/2008). Anche qui è possibile accedere al sistema di supplenze tramite MAD, GPS e Graduatorie di istituto.
Per conseguire il ruolo, chiaramente occorrerà vincere un concorso a cattedra.