La situazione preesistente
Per chi vive in condominio certe cose sono state sempre impossibili, ogni iniziativa, anche lodevole, viene bocciata sul nascere dalla mancanza del numero legale in assemblea, dalla presenza di persone diffidenti con tutto, da chi non vuole uscire neanche piccole quote per avere grandi giovamenti dopo, insomma, da chi pensa che ci sia sempre la fregatura.
Figuriamoci al pensare di installare un impianto fotovoltaico personale sul tetto, a servizio della propria abitazione e del proprio box auto.
L’utilizzo delle parti comuni è sempre stato un argomento spinoso nelle riunioni condominiali, ad esempio, pensiamo alla progettazione di posti auto non assegnati o numerati. Lo stesso dicasi per il tetto, divenuto di recente molto ambito per la questione energetica.
Fortunatamente, la contingente situazione di crisi energetica e la necessità di passare a fonti di energia rinnovabili ha aperto la strada ad una lunga serie di semplificazioni e agevolazioni.
La normativa attuale
La normativa attuale prevede la possibilità di poter procedere all’installazione di impianti fotovoltaici ad uso personale e al servizio della propria unità abitativa eliminando una grossa parte della burocrazia dovuta all’esecuzione dei lavori. Questo velocizza il processo e incentiva il consumatore a procedere in tal senso.
Agevolazioni
Addirittura, di recente sono state previste agevolazioni come lo sconto del 50% direttamente in fattura, sul costo dell’intero impianto fotovoltaico.
Oggi, l’agevolazione del 50% rimane ma lo sconto si ottiene in 10 anni, come rimborso IRPEF nella dichiarazione dei redditi. Se, ad esempio, spendiamo 10000 euro, possiamo recuperare 5000 euro in 10 anni portando in detrazione 500 euro l’anno.
Casa privata
Per chi vive in una casa indipendente è tutto molto facile, basta rivolgersi ad un installatore (con il miglior preventivo chiavi in mano) e questi si occuperà della gestione amministrativa e dell’attivazione con il GSE per lo scambio sul posto (dell’energia in eccesso prodotta, non consumata e immessa in rete).
Appartamento in condominio
Chi vive in condominio, ha il via libera per poter operare. La normativa (legge n. 220 del 2012, art. 1122 bis del codice civile) prevede la possibilità di poter procedere, senza la convocazione e l’approvazione dell’assemblea ma inoltrando una semplice comunicazione all’amministratore. Tutto questo nell’ipotesi di non dover compiere modifiche strutturali al tetto.
Unico vincolo rimane quello di dover garantire pari uso a tutti i condomini.
Come procedere per non avere problemi
Affinchè si possa procedere senza problemi successivi da parte dell’amministratore o di qualche condomino “geloso”, consigliamo di rivolgersi ad un tecnico professionista, nella fattispecie un geometra, un architetto o un ingegnere civile/edile, che possa ripartire il tetto, uniformemente, in base ai millesimi posseduti da ciascuno, procurandosi la piantina del tetto (in possesso dell’amministratore o eventualmente dell’ufficio tecnico del Comune di competenza).
Il professionista presenterà, dunque, una relazione all’amministratore in cui dichiara di aver occupato una superficie di tanti metri quadri in base ai millesimi posseduti dal proprio cliente e di aver distribuito il tetto in modo che chiunque possa godere allo stesso modo del bene, nella misura di propria competenza.
In tal modo, non ci potrà essere alcun impedimento nel procedere a realizzare il proprio impianto.
Chiaramente, se si dovessero effettuare delle modifiche strutturali la cosa cambia, in quanto, necessita la delibera assembleare che può intervenire per indicare come procedere.
In ogni caso, si deve tenere presente che, il condomino che installa un proprio impianto personale sul tetto comune è responsabile di eventuali danni arrecati, ad esempio, infiltrazioni, danni strutturali, ecc. Pertanto, è fondamentale fare certificare l’impianto ad un installatore qualificato che esegua il lavoro “a regola d’arte” e che fornisca anche una garanzia.